Bilancio Squadre 2023: Groupama – FDJ

La stagione del cambiamento in casa Groupama – FDJ ha dato buoni frutti. Il 2023 è stato infatti l’anno dei saluti, in un modo o nell’altro, ad Arnaud Démare e Thibaut Pinot, che per un decennio hanno portato e rappresentato la squadra ai massimi livelli regalando risultati di grandissimo spessore come due Monumento un podio al Tour e tanti altri importanti traguardi. Dall’altro lato è stato anche l’anno del profondo rinnovamento, con numerosi giovani di grande talento che si sono affacciati al professionismo, alcuni dei quali subito vincenti, mentre un nuovo leader ha preso il potere in squadra, non senza problemi e polemiche. Il bilancio finale comunque è decisamente positivo con alcuni successi di prestigio e tanti piazzamenti di rilievo nel corso dell’intera stagione.

TOP

Doveva essere una stagione di addio, quella dei lunghi saluti, ma il 2023 di Thibaut Pinot è stato anche molto altro. Liberatosi dalla pressione psicologica di cui in alcuni momenti era anche lui stesso a caricarsi, lo scalatore francese è tornato a mostrarsi ad altissimo livello correndo con passione e voglia di vincere. Il successo alla fine non è arrivato, ma il suo anno è stato un inno al ciclismo e al divertimento (pur con qualche momento di grande nervosismo) che lo hanno visto protagonista sia al Giro d’Italia, concluso in crescendo con una splendida quinta posizione e in maglia azzurra di miglior scalatore, che al Tour de France, anche qui spesso e volentieri all’attacco, seppur in modo meno incisivo.

Tra coloro che cresciuti nella sua ombra, seppur con un destino ormai diverso, ha vissuto una ottima stagione anche Valentin Madouas, corridore eclettico che dopo un inizio di carriera in cui sembrava poter fare classifica nei GT, nelle ultime stagioni ha mostrato con profitto di poter essere un ottimo cacciatore di classiche. Dopo il podio al Giro delle Fiandre era atteso alla difficile conferma, magari anche alla crescita, e se non è arrivata in maniera diretta, il classe 1996 ha comunque saputo farsi trovare pronto con una stagione di alto livello che lo ha visto salire sul podio della Strade Bianche, sfiorare quello alla Liegi-Bastogne-Liegi e vincere la Bretagne Classic, oltre al titolo nazionale. Il tutto senza far mancare il supporto ai compagni.

Tra questi anche Stefan Kung, che nelle classiche, del Nord ma non solo, è sempre più uomo di riferimento del team. Oltre ad aver mostrato una grande crescita anche in salita che fa bene il paio con le sue eccezionali doti a cronometro, il corridore svizzero ha trovato nelle corse di un giorno la sua dimensione, nelle quali mettere in mostra il suo carattere e la sua intraprendenza. Top 5 a Roubaix e Mondiale, nei dieci anche al Fiandre, l’ormai trentenne elvetico è una garanzia in una squadra nella quale si è conquistato posto e galloni a suon di risultati.

Se questi sono i tre uomini che hanno spiccato, è stato anche grazie al bel lavoro di compagni di reparto sempre pronti al sacrificio come i vari Bruno Armirail, che al Giro si è messo in mostra anche in prima persona con una bella Maglia Rosa, Rudy Molard, Quentin Pacher e Mathieu Ladagnous, che hanno confermato la solidità di un gruppo sempre disposto a sacrificarsi per i propri capitani.

Particolarmente frizzante anche il reparto giovani, con alcuni corridori che da subito hanno saputo mettersi in mostra. A livello nazionale si è visto molto lo sprinter Paul Penhoet, corridore coriaceo capace di vincere al Tour du Finistère ma anche di collezionare una impressionante serie di 29 top10 nell’arco della intera stagione, ad ogni livello. Risultati che hanno probabilmente contribuito anche all’allontanamento più a cuor leggero di colui che era il simbolo degli sprint del team in questi anni. Solida anche la stagione del neozelandese Laurence Pithie, anche lui vincitore ad inizio stagione ed ennesimo prodotto di un vivaio che ha avuto una splendida annata.

Tra i numerosi giovani che si son messi in mostra facendo sempre più ben sperare per il futuro, sono tuttavia soprattutto Romain Gregoire e Lenny Martinez ad aver lasciato il segno, sia per numero che per qualità di vittorie e risultati. Il primo, considerato tra i maggiori talenti della sua generazione e arrivato con le stimmate del predestinato, ha infatti conquistato due belle corse a tappe come 4 Giorni di Dunkerque e Tour du Limousin, sfiorando anche la vittoria alla Vuelta a España, corsa nella quale ha sua volta ha brillato il puro grimpeur figlio e nipote d’arte, secondo di tappa e maglia rossa per un giorno. Vincitore in precedenza sul mitico Mont Ventoux nella classica omonima quando doveva ancora compiere venti anni, il classe 2003 non ha vissuto di exploit, ma si è mostrato solido nell’arco dell’intera stagione, una volta preso il ritmo di gara dei professionisti.

+++ Thibaut Pinot
++ Valentin Madouas
+ Stefan Kung

FLOP

La grande delusione viene da David Gaudu. Pur restando uno di coloro che hanno apportato il maggior numero di punti in ragione soprattutto di un bell’inizio di stagione (con in particolare lo splendido secondo posto alla Parigi-Nizza che lo ha visto lottare alla pari con Pogacar e Vingegaard), il francese ha fallito l’appuntamento più importante, quel Tour de France per il quale ha seminato zizzania in squadra per tutti i mesi e le settimane precedenti. Il nono posto finale in realtà, per come si erano messe le cose, è anche un buon risultato che ne dimostra la grinta e le qualità complessive, ma il classe 1996 ha subito una battuta d’arresto nella sua progressione, vedendosi pesantemente respinto dalle sue grandi ambizioni. Il tempo per rifarsi non manca, ma anche caratterialmente dovrà mostrare di di meglio.

Arrivato due anni fa in squadra con gli splendidi trionfi alla Vuelta a España come biglietto da visita, tanto che inizialmente era considerato il terzo uomo del team in montagna, Michael Storer non ha mai corrisposto le aspettative che c’erano su di lui. Quest’anno coglie anche qualche buon risultato e si vede qualche volta in supporto alla squadra, ma gli è continuato a mancare qualcosa, forse anche il giusto feeling con il team, arrivando così ai saluti senza grandi rimpianti, da parte probabilmente di nessuno, se non per quello che poteva essere e non c’è stato.

Finisce male l’avventura di Arnaud Démare. Il francese accetta tutti i ridimensionamenti che la squadra gli chiede, ma questo inevitabilmente porta anche a complicargli la vita nel suo esercizio di predilezione. Un inizio di stagione decisamente poco riuscito, complice forse anche le polemiche in cui si trova coinvolto e nelle quali ha il merito di non impelagarsi, ottiene le sue prime vittorie a cavallo del mese di giugno, in un clima di certo non di massima fiducia che lo porta all’esclusione dal Tour de France verso il quale aveva comunque mostrato di prepararsi con diligenza, avendo anche mostrato la capacità di sacrificarsi per la causa. I risultati sportivi tuttavia non hanno fatto cambiare idea alla dirigenza, portando ad una clamorosa rottura anticipata segnando definitivamente la fine di un’epoca.

– Arnaud Démare
— Michael Storer
— David Gaudu

Classifica UCI

Nel complesso la stagione è stata positiva per il team transalpino, che ha chiuso l’anno con una buona settima posizione, confermandosi nettamente la miglior squadra francese e tenendosi a debita distanza da una lotta per non retrocedere che difficilmente dovrebbe coinvolgerla nel prossimo biennio.

CORRIDORE NAZIONE ETÀ PUNTI
PINOT Thibaut
FRA
33 2207
KÜNG Stefan
SUI
30 2065.57
MADOUAS Valentin
FRA
27 2024
GAUDU David
FRA
27 1597.57
GREGOIRE Romain
FRA
20 1125.5
MARTINEZ Lenny
FRA
20 875.5
PENHOET Paul
FRA
22 847
PITHIE Laurence
NZL
21 587
STORER Michael
AUS
26 538.5
ASKEY Lewis
GBR
22 518.5
ARMIRAIL Bruno
FRA
29 470.66
MOLARD Rudy
FRA
34 408.07
WATSON Samuel
GBR
22 248.5
GENIETS Kévin
LUX
26 238.57
PACHER Quentin
FRA
31 169
LE GAC Olivier
FRA
30 150
STEWART Jake
GBR
24 150
THOMPSON Reuben
NZL
22 102
GRUEL Thibaud
FRA
19 82
PALENI Enzo
FRA
21 63

Miglior Momento

Le emozioni più grandi per l’intera squadra non sono arrivate con una vittoria, ma sono state nel momento in cui Thibaut Pinot ha affrontato in testa la curva a lui dedicata sul Petit Ballon. Uno spettacolo nello spettacolo che ha visto riconosciuta la grandezza del corridore transalpino e cosa ha significato in questi anni per la sua squadra e per l’intero movimento francese, segnando probabilmente un’epoca.

Bilancio Groupama - FDJ 2023

Volate - 6.5
Classiche - 7.6
GT - 8.1

7.4

Sacrificato alla causa, il comparto volate non brilla ma sembra trovare un promettente ricambio, intanto nelle classiche la squadra è sempre più presente, così come nei GT, grazie in particolare al canto del cigno di un Pinot che saluta divertendosi e divertendo

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